Chi desidera le altezze, tenga i piedi per terra, evitando di farsi travolgere dalla polvere (il cosiddetto spirito del mondo). Ammiri le vette (la scalata, l'ascesi, la fatica), consideri il lento incedere delle nuvole (invito alla pazienza), osservi il flettersi dei cipressi (richiamo all'umiltà, all'abbassamento), l'oscillare delle spighe al vento di scirocco (malleabilità, duttilità, perdono), rifletta sull'alternarsi delle stagioni, della notte al giorno, del caldo al freddo (accettazione dei propri stati d'animo). Chi desidera le altezze, quindi Dio, faccia tutto questo, ma ancora prima esca da se stesso per incontrare gli altri, per creare occasioni di incontro, di comunicazione profonda, parola che ha lo stesso prefisso di comune e di comunione e la stessa eco di unità.
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