
UN LIBRO RICORDA IL VESCOVO ANTONIO BELLO
Roma, 15 ottobre ’09 (Fuoritutto) “…Impossibile concepire un vero amore del prossimo che non sia implicitamente amore di Dio”. Così scriveva, con parole tuttora attualissime, don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, sull’ “Illustrazione Vaticana” del dicembre 1935, allorché la vecchia Europa stava lentamente scivolando nel pozzo segnato, in ultimo, dal macabro pendolo della seconda guerra mondiale.
Non sempre però è vero il contrario, nel senso che, spesso, chi sostiene d’amare Dio non fa il bene degli uomini: così, implicitamente ricollegandosi alla frase di Sturzo, argomentava cinquantadue anni dopo ( dicembre 1987 ), rivolgendosi ai politici della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, don Tonino Bello, il vescovo della cittadina pugliese e designato presidente nell’85 di Pax Christi.E alla ricostruzione del pensiero politico e religioso di monsignor Antonio Bello, figura troppo presto archiviata dalla Chiesa della Restaurazione ratzingeriana, è dedicato il saggio di Salvatore Bernocco , giornalista e studioso autore di vari saggi su temi storico-religiosi, funzionario del Comune di Ruvo di Puglia, “Sul passo degli ultimi” (Ediz. Libreria del Santo, 2009): titolo, quest’ultimo, che richiama immediatamente quello della celebre biografia milaniana di Neera Fallaci degli anni ’ 70, “Dalla parte dell’ ultimo”.Don Milani, si diceva. Proprio lui, infatti, insieme al “sindaco santo” di Firenze, Giorgio La Pira, citava don Tonino sempre in quel discorso del 1987, richiamando i politici – come, secoli prima, S. Caterina da Siena - alla necessità d’un amore per il prossimo inteso, in senso, del resto, schiettamente evangelico, anzitutto come servizio volto al pubblico, alla ricerca del bene della collettività. E aggiungeva il vescovo di Molfetta, con toni attualissimi e incredibilmente profetici, inconsapevolmente anticipatori della polemica del 2006-’07 sull’opportunità di esporre il crocifisso nei luoghi pubblici, che Dio un giorno non ci avrebbe chiesto conto “dell’assenza del crocifisso nelle nostre stanze, ma dell’assenza dell’ uomo, col cui volto Dio si è identificato”.Un libro, questo di Bernocco, che traccia un primo obbiettivo ritratto di monsignor Bello: cristiano – come, appunto, La Pira, Lorenzo Milani, Primo Mazzolari, Luigi Di Liegro, Andrea Gallo, sino a martiri come Don Puglisi a Palermo e Don Diana ad Acerra - fortemente impegnato in campo sociale; vicino al movimento nonviolento di Aldo Capitini e al pacifismo in senso più maturo e consapevole, eppure refrattario a qualsiasi etichettatura politica di comodo, progressista ma assolutamente inarruolabile in nessuna schiera di “utili idioti”. Forse, semplicemente un cristiano nel senso più vero del termine.(Briz)
Recensione Agenzia giornalistica Fuoritutto (www.agenziafuoritutto.it)
Roma, 15 ottobre ’09 (Fuoritutto) “…Impossibile concepire un vero amore del prossimo che non sia implicitamente amore di Dio”. Così scriveva, con parole tuttora attualissime, don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, sull’ “Illustrazione Vaticana” del dicembre 1935, allorché la vecchia Europa stava lentamente scivolando nel pozzo segnato, in ultimo, dal macabro pendolo della seconda guerra mondiale.
Non sempre però è vero il contrario, nel senso che, spesso, chi sostiene d’amare Dio non fa il bene degli uomini: così, implicitamente ricollegandosi alla frase di Sturzo, argomentava cinquantadue anni dopo ( dicembre 1987 ), rivolgendosi ai politici della diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, don Tonino Bello, il vescovo della cittadina pugliese e designato presidente nell’85 di Pax Christi.E alla ricostruzione del pensiero politico e religioso di monsignor Antonio Bello, figura troppo presto archiviata dalla Chiesa della Restaurazione ratzingeriana, è dedicato il saggio di Salvatore Bernocco , giornalista e studioso autore di vari saggi su temi storico-religiosi, funzionario del Comune di Ruvo di Puglia, “Sul passo degli ultimi” (Ediz. Libreria del Santo, 2009): titolo, quest’ultimo, che richiama immediatamente quello della celebre biografia milaniana di Neera Fallaci degli anni ’ 70, “Dalla parte dell’ ultimo”.Don Milani, si diceva. Proprio lui, infatti, insieme al “sindaco santo” di Firenze, Giorgio La Pira, citava don Tonino sempre in quel discorso del 1987, richiamando i politici – come, secoli prima, S. Caterina da Siena - alla necessità d’un amore per il prossimo inteso, in senso, del resto, schiettamente evangelico, anzitutto come servizio volto al pubblico, alla ricerca del bene della collettività. E aggiungeva il vescovo di Molfetta, con toni attualissimi e incredibilmente profetici, inconsapevolmente anticipatori della polemica del 2006-’07 sull’opportunità di esporre il crocifisso nei luoghi pubblici, che Dio un giorno non ci avrebbe chiesto conto “dell’assenza del crocifisso nelle nostre stanze, ma dell’assenza dell’ uomo, col cui volto Dio si è identificato”.Un libro, questo di Bernocco, che traccia un primo obbiettivo ritratto di monsignor Bello: cristiano – come, appunto, La Pira, Lorenzo Milani, Primo Mazzolari, Luigi Di Liegro, Andrea Gallo, sino a martiri come Don Puglisi a Palermo e Don Diana ad Acerra - fortemente impegnato in campo sociale; vicino al movimento nonviolento di Aldo Capitini e al pacifismo in senso più maturo e consapevole, eppure refrattario a qualsiasi etichettatura politica di comodo, progressista ma assolutamente inarruolabile in nessuna schiera di “utili idioti”. Forse, semplicemente un cristiano nel senso più vero del termine.(Briz)
Recensione Agenzia giornalistica Fuoritutto (www.agenziafuoritutto.it)
Sono molto gioioso per leggere questo!
RispondiElimina