mercoledì 6 ottobre 2010

J'ACCUSE (PARTE 2^)


Si va di bene in meglio. La sindrome del cupio dissolvi sta manifestandosi. Era latente, ora è palese, evidente, preoccupante. Con venature di autoreferenzialità tipiche del berlusconismo, tanto odiato ed osteggiato quanto praticato. Il presidente Vendola vorrebbe un impianto fotovoltaico su ogni tetto pugliese. Cosa di per sé buona. Di sole ce n’è in abbondanza alle nostre latitudini. Se ci fosse tanto lavoro quanto sole, staremmo a posto. Intanto sostiene che D’Alema, Bersani e Fassino, tutti esponenti del PD, cioè di un partito diverso dal suo, sono “anime morte”, attingendo per la sgradevole definizione all’omonimo romanzo di Gogol’ “Anime morte” (1842), sebbene lo scrittore russo alludesse ad altro (ma anche Vendola può prendere qualche cantonata). Cosa intende Vendola per anime morte? Sono anime raminghe e dolenti, quasi da Inferno dantesco, tutti coloro che hanno un’idea della sinistra diversa dalla sua? Che ne ostacolano la premiership? Certo che per un uomo che tira spesso in ballo Aldo Moro, abile tessitore di alleanze e maestro di dialogo e confronto, la definizione non è stata felice, anzi è un sasso ulteriore tirato nel cortile del PD, già alle prese con numerosi problemi interni. Su queste basi pare impossibile costruire un’alternativa politicamente praticabile al centrodestra. L’equazione vendoliana è la seguente: io sono il nuovo, voi siete il vecchio. Voi andate rottamati, io devo emergere. Mi ripeto: non è il miglior viatico ad alleanze serie, costruttive e durature. Tuttavia, questa è politica nazionale.
A livello regionale prendiamo atto di un’altra buona notizia: il Consiglio regionale chiede altri quattro milioni e mezzo di euro, “tre milioni e mezzo per garantire gli assegni di fine mandato dei consiglieri uscenti, un milione per le pensioni d’oro dei politici pugliesi.” (Paolo Russo, la Repubblica, 5 ottobre 2010). Quando si tratta di denari siamo sempre nel campo degli atti dovuti e degli automatismi di leggi varate, guarda il caso, dallo stesso Consiglio regionale. Lo ha dichiarato il sempiterno Onofrio Introna, che sarebbe, lui, un’anima viva. Fa sorridere che la buonuscita sia sganciata per consentire il “reinserimento sociale” dei poveri Consiglieri regionali trombati che, per una o più legislature, hanno patito le conseguenze nefaste della loro scelta di candidarsi: niente vita sociale, rarefazione degli incontri con i famigliari, pochi giorni di vacanza, incomprensione ed insulti dagli elettori, richieste di favori, sospetti ed inchieste della magistratura. Una vita grama che al termine del mandato necessita evidentemente di una lauta ricompensa economica, di un cadeau.
Allora, il punto, egregio presidente Vendola, è il seguente: le riforme da attuare concernono i vostri privilegi. Tagliatevi i privilegi, le prebende. Eliminate la buonuscita. Il fotovoltaico e l’eolico seguono o procedono di pari passo. Se non darà un segno concreto in tal senso, eviti di parlare di anime morte. Per il semplice motivo che anche lei farebbe parte della detestata compagnia.

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